Ricette d'infanzia
- Narima Zimbaldi
- 4 ott 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Tutti, a modo nostro, abbiamo un piatto preferito che ci ricorda gli anni passati.
Io ne ho troppi, forse.

Non è strano per me avere ricordi di quelli che definirei piatti tipici di casa nella mia infanzia e adolescenza quando, una volta, c’era ancora distinzione tra i giorni quotidiani e il giorno della festa. Sì, la domenica era il giorno che mettevi il vestito bello, andavi a messa, pranzavi in famiglia; insomma, una sorta di preparazione ai veri giorni di festa come Natale e Pasqua.
Tra le tante cose, però, non mancava mai l’occasione per una grigliata in giardino; compleanni, battesimi, reunion senza motivo specifico. L’importante era grigliare (e devo dire che tale passione in famiglia è rimasta tuttora).
A ogni grigliata sapevo che corrispondeva poi la “pasta del giorno dopo”. C’è chi la conosce e chi no, forse dipende anche un po’ dalla zona e dalle usanze tipiche ma a casa nostra la pasta con le costine al sugo era quasi d’obbligo.
Mia mamma sottraeva alla sera della grigliata quelle 4/5 costine che riservava per il giorno dopo. La ricetta poi negli anni ho scoperto essere piuttosto semplice, tanto da averla fatta io per la prima volta quest’anno (l’insieme di gravidanza e lockdown mi hanno portata a passare molto più tempo in cucina).
Potrei dire che il procedimento è lo stesso del ragù anche se le costine sono intere; fare un bel soffritto, rosolare le costine, aggiungere la salsa di pomodoro e lasciare cuocere a sentimento perché io non guardo mai tempi di cottura se non per le cose da forno (che poi anche lì, secondo me, va un po’ a sentimento del forno).
Et voilà, che siano penne, spaghetti, tagliatelle o maccheroni poco importa.
L’importante è, una volta finita la pasta, gustarsi le costine… rigorosamente con le mani!
Se non siete capaci di qualche stregoneria, è inutile che vi occupiate di cucina.
Sidonie Gabrielle Colette (scrittrice)
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