Buoni propositi per il nuovo anno: non farne.
- Narima Zimbaldi
- 18 gen
- Tempo di lettura: 3 min
Valida soluzione per non deludere sé stessi e non paragonarsi agli altri.

Forse sono un po’ in ritardo per parlare di questo ma, dato che il mio nuovo anno fatica ad ingranare, penso di potermi prendere del tempo.
No, buoni propositi non ne ho fatti nemmeno quest’anno; non ho una parola chiave, una vision board, un focus, un obbiettivo. Niente di niente.
Anzi, forse una cosa c’è: sopravvivere.
Sì perché in tutto questo marasma di cose la mia necessità base è la sopravvivenza a tutto. Sia chiaro, non sto scrivendo tutto questo da persona negativa ma da persona rassegnata a quello che la vita decide di punto in bianco di pararti davanti; non parlo di cose gravi o insormontabili ma semplicemente di quelle piccole rotture quotidiane che una oggi e una domani ti levano piano piano quel poco di propositività che avevi nei confronti del nuovo anno e ti caricano di ironia e sarcasmo (che non sempre vengono capiti dagli altri) per affrontare le giornate.
Ecco, io sono partita già bene con queste piccole falle nelle prime settimane di Gennaio e, dato che sembra essere un ciclo continuo, il mio primissimo obbiettivo è questo stadio di sopravvivenza che mi porta ad arrivare al giorno dopo.
Sapete, a volte vien detto “ma vedrai, ce la fai a fare tutto, tu sei forte, hai le spalle larghe”. Sì ma a parte che io le spalle le ho curve più che larghe, credo che la mia non sia prettamente forza ma inerzia.
Ho pensato più volte ai miei periodi di alti e bassi, alle piccole difficoltà che mi sono ritrovata ad affrontare e anche a quelle un po’ più grandi ed è vero, ho sempre superato tutto ma perché dentro di me qualcosa mi prendeva a spintoni per farmi proseguire, per non fermarmi, perché il detto “chi si ferma è perduto” per persone molto emotive è decisamente reale.
È un po’ come un generatore di emergenza che ti porta avanti anche quando credi di non avere più le energie perché forse davvero non ne hai ma questa piccola presenza finge di non saperlo e ti dice “su, su, dai, ancora un passetto, ecco così” che passetto dopo passetto arriveresti a fare il giro del mondo ma non te ne accorgi.
Fatto sta, però, che sei ancora in piedi.
È un’analisi di me stessa che ho fatto da anni a questa parte, ho delle ciclicità, ho alti e bassi, sono altalenante e scostante in tutto ma in questo riesco a essere continuativa; prendo quell’inerzia che mi spinge in avanti a peso morto e la uso per sopravvivere o meglio, lei prende me e mi spinge a sopravvivere.
Che poi detta così sembra tragica ma se la guardate con la sottile ironia con cui io guardo qualsiasi cosa non lo è.
Prendiamo l’esempio di questi giorni.
Mia nonna non sta molto bene, l’età avanza, le sue malattie anche e ogni tanto dice di riuscire a fare le cose ma che si sente che non sta bene.
Ora prendiamo me che, per descrivere la mia situazione fisica, posso usare le stesse parole di mia nonna in queste prime settimane di questo nuovo anno nonostante la differenza di età.
L’altra sera, a conclusione di una chiacchierata con scambi di confidenze mi dice “Narima, mi spiace che ne ho sempre una ma ormai ho una certa età”. Io ho un attimo di silenzio e poi “Nonna, tu almeno hai una certa età ma io ho solo 37 anni!”
Ecco, io e mia nonna ultimamente siamo così, un bollettino medico quotidiano in cui ci diamo supporto per le fatiche che affrontiamo e nel quale, inizialmente, era la prima a dirmi di non pensare negativo ma poi si è ricreduta al mio ennesimo racconto e insieme abbiamo stabilito che guarderemo giorno per giorno senza troppe attese.
Che poi io non sono una persona negativa di base ma ho adottato una tattica molto semplice: non penso positivo per poi rimanere delusa ma parto prevenuta a prescindere così poi, se accade qualcosa di bello, ne rimango piacevolmente sorpresa e chi vive la mia quotidianità lo sa e, se anche magari non lo comprende del tutto, lo può ben capire.
Insomma, se al vostro “come stai?” vi rispondo “Stanca” oppure “Sopravvivo” è ciò che di più sincero posso dirvi perché ho smesso di rispondere “Sto bene” anche quando non è vero. Quindi gente, il mio proposito per il 2025 è non avere propositi ma sopravvivere con dignità alle mie giornate, alle mie paranoie, al mio carattere di merda, ai miei acciacchi, al mondo.
La foto di copertina l'ho fatta da El Taller Cappellini a Carate Brianza
"Caffè, per favore, e anche uno shot di cinismo."
(Lorelai Gilmore)
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